No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070628

LUI ci salverà?


altri dati

Un altro dato interessante è apparso su tutti i giornali un paio di giorni fa:

nel 2006, il teatro ha riscosso ai botteghini più successo rispetto al calcio e agli altri svaghi artistici.

Sorgono spontanee immediatamente alcune riflessioni, altre ne potremo fare più avanti, per il momento teniamo conto soprattutto del dato.

Non è vero quindi che l'Italia è un paese che tende all'ignoranza. Il teatro significa anche cultura. Ma a teatro ci si va, mi viene subito in mente, spesso, a vedere chi o cosa non si vede in televisione. E ci si va, appunto, in massa, con un paradosso enorme, sfuggendo a quella che dovrebbe invece rappresentare un mezzo di cultura "di massa". Ci si va anche a divertire, a teatro. Cosa che, evidentemente, non succede più allo stadio. Per svariate ragioni, per la pericolosità di alcune situazioni, per la complessità di andare allo stadio soprattutto dopo l'introduzione del decreto Amato, per l'offerta del calcio in televisione (aridaje), eccetera eccetera.

Per adesso, rimaniamo qui.

statistiche

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione questo dato, che trovo molto significativo.

Nel 1991 gli omicidi furono 1901. Il tasso era quindi di 3 omicidi ogni 100mila abitanti.

Nel 2006 gli omicidi sono stati 621. Il tasso, in 15 anni, è sceso a un omicidio ogni 100mila persone.

Vi stuzzica qualche riflessione questo dato?

polizia internazionale


Sto ascoltando il nuovo disco degli Interpol, Our Love To Admire. Splendida copertina. Li ho visti un paio di volte dal vivo, e sono delle pippe. Ma in studio ci sanno fare, e riescono a scrivere delle canzoni che sembrano sempre delle minestrine riscaldate estratte dal solito dado, ma funzionano. Sembrano leggermente meno cupi rispetto ai primi due lavori, addirittura un po' più duri, e il disco funziona, ti avvolge, ti accarezza e ti trascina in una spirale di malinconia appena sussurrata, ma presente.

Heinrich Maneuver ad esempio, è una di quelle canzoni che avresti voluto scrivere tu. Per poi poterle cantare controvento. E batterlo.

estere live

domani sera
ESTERE + STAND
al Nessun Dorma di Monteforte d'alpone (VR)

vi aspetto amorosi!
chi non viene è un separato in casa!


ps. gli STand sono il gruppo dei miai amiCHI di SAMBO, quindi più che un concerto sarà un evento matrimoniale.

pendolo


Volevo dire la mia sul blocco dei binari alla stazione Tiburtina di Roma da parte di alcuni pendolari, attuata alcuni giorni fa. L'avrete sentito un po' tutti, altrimenti per farvi un'idea vi allego qualche link sulla notizia:






Ora, capisco che a qualcuno possa scocciare. Si ha da fare, oppure si sta andando in gita di piacere, e 200 sfigati ci bloccano il treno. Ma ci vogliamo mettere nei panni di questi poveri cristi che vanno dal sud al nord dell'Italia per 500 euro al mese? E che magari devono mantenerci una famiglia?

Voglio dire, anche un qualsiasi sciopero a noi che non siamo coinvolti ci rompe i coglioni (figuriamoci, a me scoccia anche quando sciopero io, visto che mi piace tanto lavorare..), ma il diritto allo sciopero è sacrosanto (e meno male esiste); i blocchi sono un'altra cosa, lo so, ma alla stessa stregua degli immigrati che si fanno il Mediterraneo sul gommone o su una delle famose "carrette del mare", questa gente è disperata, evidentemente (oppure vogliamo pensare che siano un paio di centinaia di veri burloni alla "Amici miei"?), e agisce in maniere disperate, pur di essere ascoltata.


Dopo un primo momento di sbigottimento, credo che dovremmo rifletterci.

nevermind


20070627

I'm back

Come Eminem. Vi basti questo per adesso.
Anzi. Ve ne racconto una brevissima prima di andare a letto.
Aeroporto di Pisa. Passo i controlli. Mi siedo. Mi guardo intorno. Leggo un po'. Mi viene sete, mi alzo e vado al bar a comprare una bottiglietta d'acqua. La prendo dal frigo e la appoggio sul banco vicino alla cassa. Facco un cenno alla cassiera.

Cassiera: one-twenty.
Io: Boia, sembro così straniero?
Cassiera: Ah! No no...insomma....forse gli occhiali....sai cosa...è che qui non è che ne passi tanti di italiani....
Io: Ah, ok.

Pago

Cassiera: Grazie, ciao...scusa eh...
Io: Seeee, maddiosadé. Ciao bella.

20070626

led zep

sembra che i led zeppelin si riuniscano:

I Led Zeppelin (Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones) potrebbero tornare ad esibirsi insieme nei prossimi mesi per onorare la memoria di Ahmet Ertegun, leader della Atlantic scomparso lo scorso dicembre.
Alla batteria, al posto dello scomparso Bonzo siederebbe il figlio Jason.


tranquilli, lo fanno solo per ricordare un amico deceduto, mica per soldi...

20070625

hellas

il verona è retrocesso in serie C1.
dopo il leggero sconforto del momento. adesso mi sento più sollevato.
il bicchiere è come sempre mezzo pieno: il verona giocherà col novara a due passi da casa nuova, col monza, col sesto san giovanni, col legnano. praticamente potrei andarlo a vedere facendo meno di 50 km ...
e poi sono un puro. tifo la squadra, non mi interessa la categoria. tanto lo scudetto non lo vincerà più, quindi tanto vale...
poi io sono come il mio amico filippo mi appassiono alla partita anche se stanno giocando i pulcini. quindi tra la serie b e la c1 in italia non cambia assolutamente nulla.


ps. c'è il rischio di un ripescaggio in serie B, visto che sembra tante squadre non abbiano i bilanci in regola per potersi iscrivere alla b dell'anno prossimo. sinceramente spero che non venga ripescata.

estere dal vivo il 10 luglio

estere live report

venerdì sera gessate. gess in rock.

il palco è bello, grande. io e sbresi siamo un pò troppo distanti, ma suoniamo a momoria. i suoni sono ottimi. siamo carichi ed esce una bella e positiva energia. gli head-liners sono i meganoidi, positivo perchè portano un bel pò di gente. il festival poi è in un posto molto bello ed è abbastanza pienotto. le luci sul palco sono perfette e calde, il sudore scende dalla testa e mi fa bruciare gli occhi. feo batte preciso e andiamo...

la scaletta:

l'ascia
blu
porpora
gialla
comanda colore
verde
il pretesto

20070621

just a few days


Vado. Parto. Per poco e niente di complicato. 5 giorni in Sardegna, vicino a Cagliari, da amici. Solemare, mangiaebevi, puppaedormi. Volo da Pisa (un saluto agli amici/nemici pisani che sono in serie B) per Cagliari nel tardo pomeriggio, torno martedì prossimo dopo cena. Ryanair, of course.

Ne ho bisogno, fidatevi di me. Me le sono meritate, anche se non sono che pochi giorni. Dovrete fare a meno dei miei copia/incolla, dei miei commentini pepati e a senso unico per 5, lunghissimi giorni infuocati dal solleone di giugno (un giugno che, già lo sapete, risulterà a breve "tra i più caldi degli ultimi 10mila anni). Tornerò riposatissimo e dopo qualche ora sarò già frullato nella follia del lavoro.

E' una ruota, disse quello che la inventò.


Vi abbraccio tutti, e ricordatevi, come dice mio nipote, che "l'acqua è ghiaccia mammata!!"


Cheers

...e ricordate....


mi porto via - playlist


Editors - An End Has A Start

Isis - In The Absence Of Truth

Mammatus - Omonimo 2006

Marilyn Manson - Eat Me Drink Me

Pelican - City Of Echoes

Queens Of The Stone Age - Era Vulgaris

Roy Paci & Aretuska - Suonoglobal

Stephanie Dosen - A Lily For The Spectre

The White Stripes - Icky Thump

Basia Bulat - Oh My Darling

Neurosis - Given To The Rising

The Cult - Love

estere dal vivo

---DOMANI SERA---


VENERDI' 22.06.07 ore 20.00

GESS IN ROCK - festival rock
p/o centro sportivo Bertini
in via Gramsci
Gessate (MI)


ESTERE + INCASTIGO + MEGANOIDI



dai venite!

20070620

reminder


Mamma mia amici e amiche, quanto è bello questo disco. Ci sono tornato sopra anche perchè l'amico Filippo, al quale l'ho passato insieme ad un'altra cinquantina di dischi, mi ha detto che è quello che gli è piaciuto di più.


E' davvero, davvero, davvero bello. Basia Bulat, Oh, My Darling


Basia Bulat, Before I Knew


Oh, it was the first time I fell in love

the first time I felt my heart

it was the first time I sang out loud all through the night

but before I knew I was lost

before I knew I was a prisoner

and I still can't find a way to make it right


Le due righe di Basia su Wikipedia:

Basia Bulat is a Canadian pop singer-songwriter. Based in London, Ontario, she released an independent EP in 2005. She subsequently signed to Rough Trade Records, which released her full-length debut album, Oh, My Darling, in April, 2007.

vicino


Domani, come sempre, comprerò Repubblica. Come sempre, ci sarà l'inserto Viaggi. Nonostante come sapete mi piaccia viaggiare, quasi sempre butto questo inserto perchè non ho il tempo di leggerlo. Domani lo conserverò. Ci sarà questo articolo, dedicato al paese che è praticamente attaccato al mio (il cartello stradale che indica la fine di Rosignano Solvay coincide con quello che indica l'inizio di Castiglioncello, anche se chi conosce bene la zona sa che tra Rosignano e Castiglioncello in realtà c'è Caletta, che però è una località...troppo complicato): Castiglioncello, negli anni '60 detta "la perla del Tirreno" (anche qui, in realtà le carte dicono che il Tirreno inizia a Piombino, quindi in teoria il mare davanti ai due paesi sarebbe ancora il Mar Ligure).

Mi ha colpito curiosando nel sito di Repubblica; l'autrice è l'indimenticata Gloria De Antoni, una signora secondo me bellissima che è stata autrice e conduttrice di alcuni programmi deliziosi soprattutto su Rai Tre, insieme ad Oreste De Fornari (me ne ricordo uno dove aveva uno spazio Daniele Luttazzi, un programma che andava in onda tipo all'una di notte), una signora della quale mi sono innamorato la prima volta che l'ho vista in video, e che quindi se ha scritto un'articolo così dettagliato su Castiglioncello deve esserci stata parecchie volte, e questo vuol dire che non l'ho vista, e questa è una cosa che mi spezza il cuore. Vengono citate una signora che è impressa nella memoria di tutti noi paesani, la proprietaria del cinema, cinema nel quale sono stato un miliardo di volte, dove la signora, finchè ha avuto la forza di staccare i biglietti, mi faceva lo sconto anche se non ce n'era ragione perchè "questo giovane viene sempre", e anche una ragazza che ha fatto i boy scout con me.

Insomma, se vi va leggetelo, o comprate il giornale anche solo per l'inserto. Si parla tanto di cinema, a Castiglioncello venivano e avevano la villa Sordi, Mastroianni, ci veniva Panelli (l'ho visto un sacco di volte), Lello Bersani (anche lui, visto un sacco di volte anche molto ubriaco) e tanti altri personaggi.

sweet swiss

prima o poi andrò a vivere in svizzera.
i piani sono questi.
anche solo per pochi anni.

vi ricordate di Fashanu?


Per tutti noi e tutti voi che amate il calcio. Dal Manifesto di qualche giorno fa.



Fashanu, il calciatore gay che finì impiccato
Calcio e omofobia

La tragica storia del centravanti del Nottingham Forest, l’unico calciatore che ha dichiarato di essere gay in un mondo dove il tabù dell’omosessualità pesa come un macigno. Serie A compresa

ALBERTO PICCININI

La storia di Justin Fashanu, l’unico calciatore ad aver ammesso pubblicamente la sua omosessualità, poi morto suicida nel 1998, è tristemente nota. Il motivo è semplice, e col passare del tempo quasi agghiacciante. E’ una storia unica. Nessun calciatore professionista e omosessuale, durante la sua carriera, ha mai rivendicato (ma neppure semplicemente detto) di esserlo. Sul tema ci sono voci, storie, divertimenti, battute, battutacce e, va da sé, canzonacce da stadio. Tutto si ferma lì. Il calcio è lo sport più popolare al mondo, è uno degli spettacoli più televisti del pianeta - specie in occasione delle grandi competizioni - e negli ultimi dieci anni è diventato un discreto palcoscenico di popstar e idoli di culto. Ma il tabù dell’omosessualità vi pesa tutt’ora come un macigno. Fashanu. Figlio di un avvocato nigeriano, nato a Londra e adottato da una famiglia inglese quando i suoi genitori divorziarono, divenne celebre nei giorni del suo passaggio dal piccolo Norwich al più blasonato Nottingham Forest: fu il primo giocatore nero a raggiungere la quotazione di un milione di sterline, da promettente e spettacolare centravanti qual’era. E aveva solo vent’anni. Sfortunatamente le promesse non vennero mantenute - e questo può capitare. Lui, oltretutto, dovette passare sotto le forche caudine del razzismo da stadio di allora. Vide piovere davanti ai suoi piedi interi caschi di banane lanciati dagli spalti. Giocava male. Ma quel che infastidì veramente l’allenatore Brain Clough furono le voci insistenti delle frequentazioni di bar e locali gay che presero ad accompagnare il suo giocatore.C’è uno scambio di battute tra i due riportato nell’autobiografia dell’allenatore, scomparso due anni fa. Sembra una barzelletta. Dice così: «Dove vai se vuoi una pagnotta?», «Da un fornaio, credo», rispose Fashanu. «Dove vai se vuoi un cosciotto di montone?», «Da un macellaio». «E allora - scoppiò Clough - perché continui ad andare in quei fottuti locali per froci?». Disse così. In uno spogliatoio probabilmente. In quello stesso luogo, un’altra volta, Fashanu aveva dato prova di un certo senso dell’umorismo. A un compagno di squadra che gli chiedeva senza mezzi termini «Fash, dimmi la verità, sei gay?» lui rispose «Se mi dai un bacio te lo dico». E così via. Però prese a giocare ancora peggio.In un libro di due anni fa, intitolato Those Feet, storia sensuale del calcio inglese, David Winner risale ai tempi delle public school britanniche per scoprire come l’omofobia alberghi nel dna della cultura calcistica fin dalle origini. Nei trattati degli headmaster che, oltre a sorvegliare gli studi dei loro allievi, andavano tracciando le regole del football e del rugby a metà ottocento per migliorarne le qualità fisiche e morali, l’ossessione vittoriana per il sesso è sempre al primo posto. Nel loro progetto educativo gli sport di squadra, e l’esercizio fisico, quindi la benefica stanchezza notturna, dovevano tener lontane le tentazioni adolescenziali. Specie quelle solitarie. Ma non solo. «E’ terribile - si legge in un pamphlet- Abbiamo trovato questo ragazzo più grande assieme a un altro, più giovane, a letto insieme. Gli stava insegnando a masturbarsi». A tal punto è temuta, che l’omosessualità non è neppure presa in considerazione.Peter Tatchell, un’attivista gay che lo frequentò negli anni ’80, ricorda che Justin Fashanu pensava a un coming out fin da quando il suo allenatore l’aveva preso di mira. Il calcio era molto cambiato, stava ancora cambiando. Dalle public school era penetrato nel fondo della cultura popolare. Ora, dal dominio dello sport entrava in quello dello spettacolo, ambiente solitamente di più larghe vedute rispetto alle scelte sessuali individuali. Pure, su consiglio di Tatchell, Fashanu si era convinto a rinunciare a quella che sarebbe stata comunque una dichiarazione esplosiva. Non voleva compromettere la sua carriera. Entrò invece in una comunità di Cristiani Rinati, e la cosa non dovette propriamente aiutarlo, psicologicamente parlando. Secondo quanto racconta Tatchell, nelle molte chiacchierate durante la loro amicizia, Fashanu rivelò i nomi di almeno 12 calciatori omosessuali, che si guardavano bene dal farsi scoprire. Tatchell non fece mai i nomi. Solo un anno fa, qui da noi, Franco Grillini aveva ancora fatto scalpore dichiarando alla Gazzetta dello Sport di conoscere una ventina di calciatori omosessuali e un arbitro («fa una vita d’inferno»). Mesi or sono un mensile tedesco pubblicò le confessioni di tre giocatori di serie C, senza farne i nomi. Infine Simon Kuper annunciò sul Financial Times che alcuni giocatori olandesi erano pronti all’outing. Di loro si sono perse le tracce, al momento.Brian Clough, che pure era un uomo di sinistra, e aveva sostenuto la lotta dei minatori contro la Thatcher, rivendette il suo centravanti alla squadra rivale della città, il Notts County, per un prezzo stracciato. 150.000 sterline. Per Fashanu fu l’inizio della fine. Poco tempo dopo, un grave infortunio al ginocchio ridusse di molto le sue residue speranze di carriera. Justin, che quando si era rivelato si era potuto fregiare del titolo di Pantera Nera conferitogli dai tifosi, poi declassato a bloody poof (dannato frocio) dal suo allenatore, si ridusse a cercare ingaggi in Canada pur di sostenere le sue magre finanze. Infine si decise: vendette al famigerato The Sun, per 100.000 sterline, l’esclusiva della sua confessione. L’articolo uscì il 22 ottobre 1990. Il titolo recitava: «Star del calcio da 1 milione di sterline: sono gay».Prezzi di mercato. Per 30.000 euro il vicepresidente del Milan Adriano Galliani ha tolto dal mercato le foto di un calciatore professionista riprese da un teleobiettivo in un’orgia gay. Il Sun ci sarebbe andato a nozze. Da quanto risultava dalle soffiate dei giornali su Vallettopoli poteva trattarsi di Alberto Gilardino, bomber timido e icona gay. L’unica figura ambigua ammessa nel calcio, a tutt’oggi è l’icona gay: Cannavaro in Italia («Io icona gay? Preferisco piacere alle donne»); Beckham nel mondo (sesto nella classifica delle icone gay, dopo Marilyn). Venne fuori che sulle foto era ritratto Francesco Coco, giocatore a fine carriera e alla ricerca di una squadra («Si trattava di uno scatto spensierato fatto da un amico»).Fu nel 1998. Quando era finito a fare l’allenatore nel Maryland (la squadra si chiamava Maryland Mania). Fashanu fu accusato di aver costretto un diciassettenne ad aver rapporti sessuali. Il ragazzo parlò di rapporti orali e nel 1998, in Maryland, era ancora in vigore una di quelle famigerate leggi anti-sodomia che dichiarava punibile col carcere il rapporto orale anche tra moglie e marito. Lasciato in libertà in attesa del processo scappò in Inghilterra. Dove non trovò nessuno che potesse aiutarlo a mettere in piedi un uno straccio di difesa. Era stato disconosciuto dal fratello, anche lui calciatore, oggi commentatore televisivo. La comunità nera lo aveva fatto oggetto di strali indecenti, attraverso The Voice. Solo e disperato, Fashanu si impiccò 15 giorni dopo in un garage di Londra, con un filo elettrico al collo, lasciandosi cadere da una pila di pneumatici.

report di "due" jammin festival

sapete tutti cosa è successo all'heineken jammin festival la scorsa settimana. io e jumbolo non c'eravamo, ma feo e tanti altri amici si.
ecco la testimonianza di feo.

hjf: grande festival estivo, tempio della musica, del sole, dei ragazzacci del rock, del divertimento oppure casa della disorganizzazione, della commercializzazione, della sfiga?
sono molto combattuto e non vorrei cadere in prolessia quindi mi scuso subito se vi risulto pesante!

il contrasto parte da una splendida giornata estiva agghindata da sole, brezzolina e pic nic nel MERAVIGLIOSO parco S.Giuliano, forse poco collegato ai mezzi di trasporto ma veramente bello...
eccoci alla prima delusione birra € 5.00....eh ??????
si, alla festa della birra e della musica una merdosa 0.30 lt la paghi € 5!!!
dopo una batosta del genere mi avvicino al palco che si presenta grande e compatto, semplice e potente, splendidamente incorniciato dallo sfondo della laguna e del campanile di S.Marco.

sono le 13.00 e siamo circa 20.000 ad assediare le transenne del jammin

tutto procede normalmente con grande attesa per i ragazzi di seattle, fino a quando mi accorgo che, guardando in giro, tutti noi con la maglia colorata firmata pj siamo oltre i 30 anni o molto vicini, mentre in tutto contrasto vedo ragazzine poco più che 13enni, vestite di nero, colorate in faccia e supersexy per i new metalloidi pseudo sconosciuti new chemical romance (sto diventando grande!!!)
a completare l'opera ci sono i mezzani, quelli che stanno in mezzo sono per gli "assassini" e LINKIN PARKomani.
che bello, tutto completo e si parte... tre gruppi "minori" aprono le file del concerto.

nulla di veramente rilevante se non la noia di ascoltare qualcosa di già sentito con i CAPTAIN MANTELL e qualcosa di assolutamente leggero con LE MANI. un pochino diverso il discorso per i TRIBALCO, tutto già sentito tranne un bel pezzo contro Cecchetto!!!

eccoci al momentaccio, cambio palco: escono LE MANI scende il telone dei MY CHEMICAL ROMANCE e inizia il delirio: vento acqua e grandine a kili...ci si accorge subito che non c'è alcun posto dove ripararsi e si scappa vicino ai banchetti della birra.
ci stringiamo tutti in una morsa contro il ghiaccio che arriva dal cielo, ma non basta sembra che non finisca mai, tre minuti di bufera e poi il momento peggiore: piove e nessuno sa più che fare...

urla, ambulanze e vigili del fuoco si confondo con la folla che cerca di correre sotto il palco per prendere la migliore posizione, mi accorgo che un disabile è in cerca d'aiuto mentre un uomo RAI se ne frega, mette al riparo le attrezzature e se ne va in auto. PER FORTUNA due ragazzi riescono a raggiungere questo ragazzo in carrozzina e lo mettono al riparo.

tutto continua perchè girandomi capisco che è successo qualcosa di grave, le torri di fronte al palco sono cadute sotto i colpi del vento. casse, luci e quantaltro stava sui tralicci sono per terra e cosa peggiore sotto ci sono dei ragazzi...si parla già di feriti e morti...tutto scorre inesorabile tra gente che reclama i propri idoli e urla di pazzia e ubriachezza generale!!!
non so più che dire nè che fare fino a che il servizio d'ordine si raduna, ci raduna e ci scaraventa fuori!!!
sì, sì, proprio così, NIENTE ANNUNCI!!! NIENTE NOTIZIE SICURE!!! pericolo scampato andate a casa... no comment

insomma dopo il danno la beffa!!!

concludo con tre riflessioni semplici:
.ho provato ad immaginare se il tutto fosse accaduto qualche ora più tardi con circa 20.000 persone in più...
.ancora oggi non riesco a capacitarmi del fatto che in un anno circa ho cercato di vedere i PEARL JAM tre volte ed sempre successo qualcosa di grave...
.amo la birra e amo il rock ma amo la mia pellaccia

che culo o che sfiga???

viva

a pochi metri dall'entrata/uscita secondaria della stazione di magenta c'è un cassonetto.
qualcuno su quel cassonetto ha scritto la frase: viva il male.
io leggo questa frase ogni giorno di ritorno da milano, mentre mi dirigo verso la macchina parcheggiata li vicino.
questa frase mi mette di buon umore.
mi fa proprio sorridere.
semplice, ironica e definitiva.

20070619

summer sound


E' arrivata l'estate (è arrivata da un po', a dire il vero), e il nuovo disco di Roy Paci & Aretuska non poteva giungere in un momento migliore. Si chiama Suonoglobal, e pare un sunto di tutta la musica figa che non sia né rock né jazz. Potremmo rispolverare il termine patchanka, e non saremmo per niente fuori strada. Risente, come è ovvio, delle influenze di tutti gli artisti con i quali Roy ha collaborato nella sua già lunga carriera, ma ha il pregio di avere un sapore molto internazionale e, al tempo stesso, di essere profondamente italiano, in particolare "regionale". Le numerose collaborazioni (se si esclude quella con l'amicone Manu Chao su Toda joia toda beleza) sono tutte italianissime e tutte di alto livello, tutte centrate (anche quelle che potrebbero far storcere la bocca in un primo momento, come quella con Pau dei Negrita su Giramundo), e alcune davvero superlative (irresistibile Siente a mme con Raiz, inarrestabile Tango mambo jambo con i Cor Veleno, simpaticissima Mezzogiorno di fuoco con l'accoppiata esplosiva Caparezza e Sud Sound System).

Messo ad alto volume dentro il Doblò Malibù mi ha dato un senso di fiesta immediato, e sono sicuro che non era perchè l'auto era la stessa che sponsorizzava la nazionale giamaicana di bob.

Il disco perfetto per una festa che non richieda né l'abito scuro, né il tacco alto, né la presenza di Vip. Di quelle tra amici, senza selezione all'ingresso. Mettete su Prova a ballare o No quiero nada, e anche se vi ricorderanno almeno altre 3-4 canzoni, lasciatevi andare, semplicemente. Se non siete di legno, vi conquisterà.

silvio

Se avete voglia, leggete qui un botta e risposta via lettera a proposito dell'essere di sinistra, i leader poco credibili e Berlusconi, pubblicato sul Manifesto di domenica scorsa. L'interrogativo finale della risposta di Valentino Parlato è inquietante. Non trovate?

oro

dopo qualche anno di polso nudo, oggi ho rimesso l'orologio.
uno swatch irony del 99, con il quadrante bianco.
vi ricordate la moda swatch degli anni 90?
e voi? che orologio avete?

20070618

idee

Campi di lavoro estivi.

casa

all'ikea ho preso una bella libreria a scaffali di legno e una cassettiera per la camera da letto.
la cassettiera l'ho presa nell'angolo occasioni. in pratica era scontata del 40 % solo perchè aveva il cartone esterno rovinato. l'ho portata a casa ad un prezzaccio.
i primi amici sono venuti domenica a vedere la casa, ed è stato bello.
stare in casa è qualcosa di, di spettacolare!!!!

lucia e il sesso


Esistono diversi scrittori con i quali ho un'empatia particolare. Li sento vicini, come fossero amici. Spesso sono quasi coetanei, e a volte immagino di esserci stato in classe insieme. Vi farò i nomi, prima o poi. Sono scrittori e scrittrici. Una di queste si chiama Lucía Etxebarría, e l'intervista sul numero di D (inserto di Repubblica) di sabato scorso mi è piaciuta. Tocca anche un argomento che a me interessa particolarmente, vista la mia condizione di single. Magari piace anche a voi.



Lucia e il sesso

INTERVISTA

Lucía Etxebarría era una "cattiva ragazza": bisex, ha sperimentato ogni droga e molta analisi. Ora è una madre amorosa, una scrittrice di grido ma non cambia idea. Sfida la Chiesa, per un amore fantasy
di Monica Capuani

Quando arrivi da Lucía Etxebarría a Madrid, in Calle Gran Via, due passi dal parco del Buen Retiro e pochi metri in linea d'aria da Guernica di Picasso, al Museo Reina Sofía, la teoria che la casa somiglia a chi la abita risulta clamorosamente confermata. C'è un gran caos rumoroso: la tv sintonizzata sui cartoni animati che la figlia di tre anni sta guardando ipnotizzata, il cane che uggiola avido di coccole, il telefono che squilla in continuazione. Mentre una cascata di giocattoli crea quell'allegro disordine, impossibile da sconfiggere in una casa dove vive un figlio piccolo. Eppure questa donna di 40 anni, oggi madre amorevole, è stata una "cattiva ragazza". Negli anni in cui la movida madrilena consacrata da Almodóvar cercava disperatamente di riscattare gli anni bui del franchismo, Lucía ha sperimentato una voglia di libertà sfrenata. La seduzione delle droghe, l'esplorazione della bisessualità, il tour delle terapie analitiche di ogni possibile scuola. E la scrittura, strada rivelatasi praticabile e lusinghiera per il successo sempre più internazionale di romanzi come Amore, Prozac e altre curiosità, Di tutte le cose visibili e invisibili, Eva futura. In questi giorni esce in Italia per Guanda, forte del successo di pubblico in Spagna, Io non soffro per amore (pp. 284, 15 euro). Un libro curioso, una sorta di versione seria di un manuale di self-help in cui Etxebarría mette con coraggio a nudo le sue sconfitte, le sue rinascite sentimentali, per stigmatizzare con dovizia di documentazione la "sindrome da dipendenza affettiva" responsabile della morte violenta di gran parte dei nostri rapporti amorosi. Passeggiando per la Gran Via parliamo dell'amore ai tempi di Zapatero.


Come è nata l'idea di sistematizzare questa materia in un libro-saggio piuttosto che in un romanzo?

"Ho cominciato a scrivere un articolo per la rivista Psicologies e all'improvviso mi sono ritrovata con 400 pagine. Credo sia stata una forma di sublimazione della mia esperienza, perché il mio punto debole, da sempre, è la dipendenza sentimentale. Il fatto di sistematizzarne le ragioni in un libro mi ha aiutato a capirla. E a liberarmene".

Il libro è molto documentato. Che tipo di procedimento ha seguito nella ricerca?

"La verità è che quasi tutti i libri citati li avevo già letti. Inoltre sto facendo una terapia Gestalt da tre anni, e prima avevo fatto analisi freudiana, transazionale, lacaniana... È praticamente dall'età di 18 anni che entro ed esco dalla terapia, come da una porta girevole".

È possibile arrivare a dire: "Io non soffro per amore?".

"No. Il titolo è ironico. L'esempio più chiaro è quello di padri e madri: se ami tuo figlio, soffrirai sempre quando si ammala. Ma è sicuramente possibile smettere di soffrire per motivi futili".

Perché crede che spesso ci si ostini a non voler vedere la coazione a ripetere che determina l'andamento dei propri rapporti amorosi?

"Per due motivi. Primo perché le pulsioni inconsce sono molto difficili da sventare. Secondo perché viviamo in una società che glorifica erroneamente l'associazione a delinquere tra dolore, sacrificio e amore. Perciò quando la gente soffre per amore, invece di farsi la domanda sana: "Dove sto sbagliando?", continua a crogiolarsi in modo masochistico in quest'assurda sofferenza".

Nel libro ha definito con grande chiarezza la "sindrome da dipendenza affettiva". Crede davvero che, grazie alla consapevolezza, sia possibile tenersene alla larga? E lei (e glielo chiedo perché nel libro parla di sé molto apertamente), si sente davvero salva da questa insidia?

"Io sono come un alcolista in terapia di disintossicazione, che rimarrà sempre un alcolista: pertanto non potrà mai più avvicinarsi all'alcol. Resterò sempre una persona emozionalmente dipendente, dunque devo analizzare con attenzione il tipo di relazioni in cui mi trovo coinvolta, per non ricadere nella dipendenza. La maggioranza delle donne e anche molti uomini hanno avuto un'educazione che crea assuefazione nei confronti dell'amore e ciò li rende dei tossici del sentimento. La colpa è tutta dell'enfasi che la società moderna ha creato attorno al mito dell'amore romantico".

Come si fa a uscire da questa trappola, che affligge soprattutto le donne?

"Ma anche all'uomo viene inculcata l'idea che se non ha una partner non è una persona completa. L'idea del presidente di un Paese, scapolo, è inconcepibile, al punto che in Spagna Mariano Rajoy si è sposato prima di presentare la sua candidatura alla presidenza, per renderla più appetibile. Nelle cene di etichetta ti devi presentare in coppia, possibilmente con tua moglie. E nella gran parte delle aziende si tende a favorire i dipendenti sposati quando c'è in ballo una promozione".

La rivalità femminile è un mostro che neanche il femminismo è riuscito a sconfiggere. Perché, secondo lei?

"Per una questione di educazione. In modo più o meno sottile ci viene inculcata l'idea che la cosa più importante nella nostra vita sia trovare un uomo (è questo il sottotesto di serie tv come Allie McBeal, dei libri e film di Bridget Jones e di altri sottoprodotti). Se la pensiamo così, ogni donna è una potenziale concorrente".

In Italia è in corso una battaglia in difesa della famiglia tradizionale, con la Chiesa schierata in assetto di guerra. Ma com'è cambiata in questi anni la percezione della famiglia nella cattolicissima Spagna, che con Zapatero ha visto riconosciute istanze di gran apertura verso forme alternative, già comunque esistenti?

"Zapatero ha vinto col 51 per cento, il che significa che in Spagna esiste un 49 per cento della popolazione che non lo appoggia. Tra questi c'è la Chiesa cattolica ufficiale, che si oppone al matrimonio omosessuale, alle famiglie monoparentali, e prende parte alle stesse lotte del cattolicesimo italiano".

La sua interpretazione del messaggio di Gesù, "Ama il prossimo tuo come te stesso", sembra piuttosto progressista. Crede che piacerebbe a Ratzinger?

"No. Ratzinger non è una persona che rispetto, da quando ha condannato Jon Sobrino, voce di spicco del movimento della teologia della liberazione, proibendogli d'impartire lezioni in centri religiosi e di pubblicare col nullaosta ecclesiastico. Dopo la famosa condanna al francescano brasiliano Leonardo Boff, ancora una volta Ratzinger m'ha dimostrato che la sua idea del Vangelo non coincide con la mia".

Esiste davvero l'amore sano, quella "forma di integrazione e di sinergia" di cui parla nel suo libro?

"Sant'Agostino diceva che l'amore doveva essere "senza sorprese, infinito e uguale a se stesso". Ma non è un caso che il santo alla fine abbia fatto voto di castità, abiurando la vita licenziosa condotta in gioventù. Chi aspira a mantenere un amore più terreno che divino, sa che quando la sorpresa finisce, anche l'amore finisce. Nei rapporti c'è bisogno di un elemento rischioso, inquietante, imprevedibile. La fantasia, che sta alla base della vita sessuale, ha bisogno di una zona d'ombra, che è il mistero dell'altro. Se l'altro è completamente trasparente, perde attrattiva, è una legge della vita. Bisogna saper stupire per attivare il desiderio".

Lei scrive: "L'arte di amare richiede i sacrifici della convivenza". Ma non sarebbe meglio allora non convivere, per non cadere nelle insidie di una quotidianità che spesso ammazza i rapporti?

"Forse, chissà. È difficilissimo trovare un equilibrio tra la conoscenza dell'altro, necessaria allo sviluppo d'una fiducia reciproca, e la componente di mistero di cui parlavo prima. L'eros oscilla tra desiderio e routine. Se uno conosce a memoria ogni rito quotidiano dell'altro, il colore della biancheria, la marca del deodorante, i minuti che impiega a lavarsi i denti, la data dell'ultimo controllo medico, la coppia ci guadagna in sicurezza. Ma perde l'aura affascinante del non detto, che tinge di un'atmosfera irrazionale l'amore passionale. Per Aristotele, il desiderio era "un impulso naturale verso il piacere". Corneille, tipo alquanto scettico, diceva che "per quanto una bellezza meriti di essere adorata, basta sposarla per perderci gusto". Bisogna saper essere il migliore amico e complice del partner quando serve, ma mantenere la parte inesplorata, distante, indefinita, che continui a suscitare interesse. Il desiderio è volubile, ebbro di novità, instabile; conviene ingannarlo, non dare per scontato che ciò che si fa debba durare per sempre. La vita di coppia va con- quistata, sedotta in modi sempre nuovi".

Come si fa a piacersi se i modelli pubblicizzati dai media sono così lontani dalla realtà d'un corpo femminile autentico?

"Rifiutandoci di comprare riviste femminili e prodotti reclamizzati da modelle irreali. Io compro i miei cosmetici al Body Shop perché non sperimentano sugli animali, non cercano di convincermi che devo dimostrare 10 anni e pesare 10 chili in meno. Non mi depilo, non faccio diete, non mi sono sottoposta a interventi chirurgici, eppure mi considero piuttosto bella. E ho successo con gli uomini. Vi sembro immodesta? Be', la modestia è una delle virtù che ci conviene sradicare".

Lei scrive anche: "Il sesso è il secondo oppio dei popoli". Ma perché, allora, secondo lei, lo si fa sempre di meno?

"Non credo si faccia meno, anzi, si pratica sempre di più. Ma male. Tempo fa mi hanno chiesto: "Cos'è, secondo lei, il sesso senza amore?". Ho risposto: "Semplicemente sesso". Ma il sesso, tranne che nel caso di una gretta transazione commerciale, contiene sempre una certa dose d'amore. Per questo a molta gente, me compresa, riesce assai difficile separare un concetto dall'altro. Il primo rapporto d'amore lo viviamo con nostra madre, che ci offre (nel caso d'una maternità consapevole e desiderata) amore illimitato, incondizionato, e un contatto fisico così intimo da diventare "fusionale". Il neonato non è in grado di distinguere il confine tra sé e la madre, concepisce entrambi come un tutto, non riesce a staccarsi da lei, la vuole continuamente per sé. In modo inconscio, tutti desideriamo rivivere quell'esperienza di fusione in ogni rapporto amoroso. In quale altro modo possiamo cercare d'imitarla, se non nella relazione amorosa, il contatto più stretto che si può vivere con un altro essere umano, dove si mescolano mani, lingue, carezze, e si cerca di entrare l'uno nel corpo dell'altra?".

'o scugnizzo


Vi ricordate che non mi stava molto simpatico Cannavaro vero?

20070617

no way


Per la serie "facciamoci nuovi amici", vi segnalo almeno tre lavori musicali dai quali dovreste stare alla larga; di solito non lo faccio, preferisco soprassedere per prendere la parola eventualmente quando sono chiamato in causa e dire "Chi? Loro? Fanno cagare!", ma visto che oggi è domenica, non ho niente da fare, e sono stremato da questa influenza senza febbre che mi sta devastando soprattutto la gola con una tosse assurda, lo faccio e metto le mani avanti.


Il primo è il meno peggio. Si tratta di Boxer degli americani dell'Ohio The National. Sono vagamente nu-dark, ma il cantante ha una voce che in alcuni pezzi mi ha ricordato Liam O'Maonlai degli Hothouse Flowers. Ho letto alcune recensioni che spacciavano questo Boxer per il disco dell'anno, non credetegli. Ci sono anche alcuni pezzi ascoltabili (Mistaken For Strangers), ma a lungo andare ci si perde negli stereotipi e non si arriva al dunque.


Ma c'è di peggio. Incuriosito dalle solite esaltazioni delle cosiddette riviste specializzate, ho ascoltato il nuovissimo EP degli Of Montreal, dal titolo Icons, Abstract Thee. Beh, ma dove vogliamo andare con questi che si credono i nuovi Beatles? Proprio non capisco. Siamo fuori dal tempo, e, forse, dallo spazio.


Per finire, altro disco del quale ho letto solo e dico SOLO recensioni positive, quello dei Misha, chiamato Teardrop Sweetheart. Un lavoro inascoltabile, una serie astrusa di nenie pallose a metà tra il country, il confidenziale alla Kings Of Convenience (fatto male), e l'immancabile spruzzata di elettronica che qui è un po' come fare la pipì sopra una merda di vacca (sempre per rimanere nel campo dei francesismi).


Avvertiti.

cinema in tv

Qui trovate la pagina web del ciclo che è partito ieri sera con The Assassination. Naturalmente, su Rai Tre. Film dal buon successo al botteghino ma di un notevole spessore (Se mi lasci ti cancello, Mare dentro), docu-film che hanno girato poco in sala (The Agronomist, Mondovino), addirittura una prima visione, quella di When The Leeves Broke - A Requiem In Four Act di Spike Lee sull'uragano Katrina, film italiani interessanti, insomma, ve li consiglio tutti.
Buona visione.

delicate sound


Non ci posso fare niente: sono orfano di una cantautrice della quale innamorarmi perdutamente, che non tradisca ad ogni nuova uscita, che non mi faccia gridare al miracolo, basta che mi faccia sognare ogni nuova traccia, ad ogni nuovo (e risentito) arpeggio iniziale, ad ogni prima strofa vibrata, sussurrata. Come se dicesse a me. Sarebbe facilissimo rintracciare in tutto ciò carenza d'affetto, necessità di coppia o quant'altro: ma sarebbe comunque da stronzi, da parte vostra.


E quindi, ecco qua la nuova menestrella che ci sussurrerà dolci storie per i prossimi giorni: Stephanie Dosen, e il suo disco si chiama A Lily For The Spectre.

sottoscrivo

Copio (perchè è impellente, e non posso aspettare fino a domani, giorno in cui la versione integrale sara disponibile per linkarvela o per copia/incollarvela) e sottoscrivo in pieno questo pezzo di prima pagina sul Manifesto. Dedicato a tutti quelli di sinistra che hanno un problema con la coerenza, a mio modestissimo parere.

VOI SIETE QUI
La ronda sinistra
Alessandro Robecchi

Un caso va bene. Due casi, la faccenda si fa preoccupante. Tre casi, forse è il momento di chiamare le ambulanze. Sopra i quattro casi siamo all'epidemia. Succede infatti che la Stampa dà ampio risalto alle gesta del signor Diego Nardella, impiegato torinese, elettore Ds, che annuncia in prima pagina: parteciperà alle ronde notturne insieme ai fascistelli di Azione Giovani. Racconta Fabio Mussi (intervista al Manifesto di venerdì) che un ex dirigente dalla Fiom gli ha scritto: "Non vi seguo più, vi occupate solo di carcerati, finocchi e negri" (en passant: bella prosa). Il tutto segue la lettera a Repubblica di quell'ormai famoso Claudio Poverini che - da sempre di sinistra - si ritrova un po' razzista. La cosa fece qualche scalpore e se ne parlò a lungo. E non mancano gli imitatori: la signora Elisabetta Di Nardo ("democratica, cattolica, con un passato femminista e comunista") scrisse all'Espresso del suo "dolore di essere diventata razzista".
Ora i casi sono due: o questi qui hanno ragione, e allora corriamo tutti a iscriverci alla Gestapo; oppure hanno torto, e bisogna avere il coraggio di dirlo. Invece, si traccheggia, in un debilitante coretto di "come la capisco amico mio", o di sottili analisi che giustificano questi elettori "di sinistra" diventati personaggi delle Sturmtruppen.
Difficile dire come se ne esce, ma forse, invece di annuire, di blandire, di fare autocritica perenne e preventiva, si potrebbe ricominciare a dire che una scemenza è una scemenza, e non un segno del destino. Ovvio che la grande stampa si butti a pesce su questi casi: cascano come il cacio sui maccheroni, perfettamente funzionali al disegno tanto in voga di portare la sinistra sempre più verso destra. Chissà, forse se invece di telefonare a banchieri e scalatori, invece di dilaniarsi su quanto si è di lotta e quanto di governo, qualcuno avesse chiamato il singor Nardella per spiegargli che ha detto una cazzata, avremmo un mondo un pochino migliore. Di sicuro una sinistra migliore. Ma probabilmente è proprio questo che si vuole evitare. Soprattutto.

rassegna stampa e commenti

Bruno Tabacci, Udc, si dichiara deluso dai politici delle due parti e annuncia che lascerà a fine legislatura (aggiunge "sicuramente prima del 2011"). Vedremo. Nel frattempo, auguri.

Sul Corriere, Nino Benvenuti, intervistato sul coming out del vecchio rivale boxeur Emile Griffith, in una breve ma onesta intervista, dichiarandosi persona di destra, illustra e sciorina tutto l'armamentario e le convinzioni macho-buoniste proprie anche di buona parte delle persone di vetero-sinistra a proposito degli omosessuali. Ci torneremo sopra.

Gianfranco Fini si separa. Di per sé, la notizia potrebbe essere accolta con un semplice "cazzo ce ne frega". E invece no. Interessanti le chiusure e le interviste di contorno. Sul Corriere, breve intervista a donna Assunta Almirante, da sempre molto vicina ai due, che conclude con un significativo "Io sono stata per il divorzio (ah si? sarebbe curioso andare a ricercare qualche sua dichiarazione ai tempi del referendum..), anche se ora vedo che le coppie si lasciano per la minima cosa. Adesso ai miei nipoti dico (ah ah ah) - andate a convivere -". Buono a sapersi.
Sia il Corriere che Repubblica rievocano gli albori della storia: Daniela era sposata con un altro missino, Sergio Mariani, che dopo la separazione andò all'ospedale con una pallottola nell'addome. Chi dice tentato suicidio, chi dice duello rusticano.
Ma è il malefico Manifesto che conclude superbamente: il leader di AN si affianca a Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini (entrambi divorziati). Tutti un mese fa erano in piazza San Giovanni a difendere la famiglia fondata sul matrimonio.

Molto bella l'intervista sul Corriere ad Antonia Custra, figlia del vicebrigadiere Antonio Custra, ucciso nel 1977 dall'autonomo Mario Ferrandi a Milano, in via De Amicis. Martedì prossimo i due si incontreranno per la prima volta di persona proprio a Milano, e andranno sul luogo dove Mario tolse la vita al padre di Antonia, che era ancora nel ventre di sua madre, quel giorno. Una strana solidarietà tra i due, complici le cure a base di psicofarmaci, che commuove.
Per fortuna Mario (a quanto mi risulta) non ha mai scritto fondi o corsivi su quotidiani a tiratura nazionale, soprattutto non mi pare voglia insegnare a nessuno a stare al mondo. Si accontenta di convivere col suo fardello, e sono sicuro che, anche se gli rimarrà comunque, questo incontro lo farà vivere un po' meglio. Lo speriamo vivamente anche per Antonia.

Delirante invece l'intervista a Zeffirelli, sempre sul Corriere. In breve, per lui i registi lirici bravi e capaci sono tutti morti (Strehler, Ken Russel), gli italiani "giovani" sono tutti incapaci (Ronconi, Cavani, Olmi, Pizzi, Martone, Servillo). Conclude con "aprés moi le déluge...lo dico con amarezza". Fantastico Franco.

Di tutt'altra pasta Michael Moore. Va bene scaricare il mio film per uso personale senza farne alcun profitto dice Moore presentando "Sicko", il suo ultimo lavoro sulla sanità USA presente anche a Cannes se ci fosse un profitto sarei contrario, ma per vedere il film va bene. E' un po' come se qualcuno prestasse un dvd a un amico, non c'è niente di male. Dopo tutto io faccio i film perchè li vedano più persone possibile.
Il regista ha anche aperto un gruppo su YouTube invitando i cittadini statunitensi a mettere online i loro contributi e le loro esperienze relative alla malasanità. (Corriere, Manifesto)

Questione medio-orientale: è abbastanza illuminante l'intervista di Gad Lerner a Walid Jumblatt a pagina 15 di Repubblica di oggi. E' illuminante perchè c'è una cosa che capisci leggendola: che non potrai mai capirci una mazza di Libano, Siria, Palestina, Israele, Iran, Egitto, Iraq ecc.ecc.
Quello che si intuisce, tralasciando per un attimo Jumblatt, il Libano e l'ingerenza siriana, sulla situazione palestinese ("due popoli, tre stati" è il tormentone ironico di questi giorni a proposito della guerra civile nella striscia di Gaza), è che come spesso accade, l'ingerenza occidentale, a partire da quella statunitenze, ha sbagliato per l'ennesima volta, appoggiando Fatah nonostante avesse perso elezioni chiare a scapito di Hammas. Un altro tentativo di esportare la democrazia finito male.

Meno male che domani, dalle 9 alle 12, all'auditorium del polo didattico in viale Morgagni a Firenze, c'è Patch Adams. Quello vero. L'inventore della clownterapia. Avessi tempo...

20070615

post gramsciano


Grazie all'amico Scoppe, vi sottopongo questo scritto di Antonio Gramsci. Che attualità ragazzi.


“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.


11 febbraio 1917

post gay





plagi camorristici

scusate, riporto in prima pagina questo post visto il tenore delle risposte, magari qualcuno vuole aggiungere la propria. il post è di jumbolo.
lafolle.




Sono sconvolto. Ma voi la sapevate questa cosa qui?





Napoli, 23 nov. - (Adnkronos) - 'Gomorra', il best seller dello scrittore Roberto Saviano edito dalla Mondadori, che ha raggiunto le 400mila copie vendute e che sara' pubblicato anche all'estero, e' da qualche giorno in libreria con una prima rettifica riguardante la citazione di una fonte giornalistica che nelle prime edizioni era stata omessa: la notizia, di cuisi e' parlato nell'edizione delle 13 del Tg dell'emittente campana Canale 8 condotto dal giornalista Marzio Di Mezza, riguarda uno stralcio del libro in cui era citato il patto di camorra tra il clan Di Lauro e gli scissionisti, protagonisti della faida che ha insanguinato Napoli tra il 2004 e il 2005. L'articolo originario, scritto dal giornalista napoletano Simone Di Meo, era stato riportato da Saviano senza l'indicazione del quotidiano su cui era apparso ('Cronache di Napoli') e dell'autore. I legali della Mondadori hanno disposto l'inserimento della fonte nelle successive ristampe dell'opera, anche se - secondo quanto emerso nel corso del Tg - anche altri giornalisti campani sarebbero pronti a chiedere, nei prossimi giorni, altre correzioni circa la mancata citazione di lavori di inchiesta e reportage nel libro 'Gomorra'.(Com/Ct/Adnkronos) 23-NOV-06 15:54





Non ho letto il libro, volevo farlo ma non subito. Adesso forse non lo farò più. Se n'è parlato pure troppo. E secondo me la maggioranza della stampa ha taciuto questa cosa. Vergogna.

PS grazie ad un amico napoletano che mi ha segnalato la cosa

20070614

punto G


Rivelazioni a distanza di 6 anni: "Durante il G8 a Genova la polizia ha infierito: la scuola Diaz come una macelleria messicana". Dove stia la notizia, non si capisce. Intanto, insorgono i macellai messicani (scherzo).


Intanto, D'Alema e Prodi euforici danno la notizia: "Nel 2009 il G8 alla Maddalena". Ma come? Se ne vanno gli americani e voi ci fate il G8? Ma voi volete proprio il Partito Comunista dei Lavoratori allora!!

droga

1. in un angolo nei pressi della stazione garibaldi ho visto il famoso cucchiaio e la famosa spada. ma c'è ancora chi si buca nell'anno domini duemilasette?

2. purtroppo vicino a casa nuova non c'è la coop! sto andando in crisi d'astinenza di salvatempo!

matrimonio di convenienza


Il matrimonio di Tuya – di Wang Quanan 2007

Giudizio sintetico: da vedere, per appassionati


Siamo in Cina, e precisamente nella parte mongola della Cina. Spazi vastissimi, condizioni atmosferiche proibitive, ricchezza zero. Lo spopolamento delle aree desertiche verso le città è conclamato, ma qualcuno resiste. E’ il caso di Tuya, una bella donna mongola, fortissima ma sfortunata. Il marito, Bater, è storpio in seguito ad un incidente occorsogli mentre tentava di scavare un pozzo davanti la loro casa: l’acqua è un bene fondamentale dappertutto, figuriamoci in quei luoghi. Un uomo storpio non ha più senso: Tuya tira avanti con caparbietà la sua vita rurale, crescendo i figli ancora piccoli, dando da mangiare a loro e al marito, andando a prendere l’acqua un paio di volte al giorno, pascolando il gregge di pecore, cucinando, espletando tutti i ruoli. Spezzandosi la schiena, si direbbe. Lo fa con una dignità e un ottimismo incredibile.

Le persone intorno a lei, però, si preoccupano, e il giorno in cui, in seguito ad un malore, le viene riscontrato un grave scorrimento delle vertebre della spina dorsale, perfino la cognata, d’accordo col marito Bater, inizia a chiederle di divorziare, in modo da sposarsi di nuovo con qualcuno che, almeno, non sia un peso.
Dopo un iniziale resistenza, Tuya capitola. I pretendenti non mancano, si può dire che c’è la fila alla porta di casa: dopo un breve e cordiale colloquio, se ne vanno tutti. La condizione fondamentale che pone Tuya, è che Bater rimanga con la nuova famiglia.

Orso d’oro all’ultimo Festival di Berlino, un film non bellissimo e avvolgente come altri capolavori orientali o rurali, ma un duro spaccato di un angolo di mondo che esiste ancora, e che ci ricorda da vicino, perché no, il nostro passato non troppo lontano. Una pellicola che ci mostra le grossolane contraddizioni di una Cina rampante (i poster di Mao e l’ospedale che non continua nelle cure senza soldi) e allo stesso tempo con un piede ancora ben saldo nel medioevo, ma soprattutto, una storia che ha come protagonista una figura di donna che, se vedrete il film, non vi dimenticherete mai. Assolutamente.
Interpretata in maniera da lasciare senza fiato e parole dalla bella e possibile Yu Nan, Tuya domina il film e alla fine possiede letteralmente lo spettatore.

Come già detto, siamo di fronte ad un lavoro consigliato agli appassionati, soprattutto di un certo tipo di cinema, quello cioè che racconta della gente vera; il regista si mette a disposizione della storia, la riprende senza risultare presente, campi lunghi quando occorrono (e, in quei paesaggi, spesso occorrono), interni modesti ma efficaci, costumi bellissimi solo all’occorrenza. Facce di pietra ma cariche di un’umanità troppo spesso dimenticata, messaggi chiari (l’urbanizzazione selvaggia della Cina sfiorata ma ben presente, specialmente se vissuta da spiriti liberi abituati ai grandi spazi, il paradosso del “comunismo capitalista” citato sopra, l’importanza mondiale dell’acqua), ritmo sorprendentemente buono, addirittura rapido per un lavoro asiatico, storia semplice ma accattivante. Alcune battute memorabili, e, ribadiamolo, una protagonista da standing ovation. Molto divertente anche il personaggio del vicino di casa sciroccato. Un film che rimane.

ecuaTor


Leggete qui. Lo so che non vi fa voglia, ma secondo me è interessante, divertente, curioso. Vi riassumo: il Presidente Rafael Correa, dell'Ecuador (se non vado errato è stato eletto a novembre 2006, mi ricordo di aver visto alla tv i servizi sulle elezioni mentre ero in Argentina), ha bloccato i lavori per l'estrazione di questo giacimento enorme di petrolio sotto la selva amazzonica, e vuole vendere le quote per non estrarlo ad organizzazioni favorevoli allo sviluppo sostenibile e cose così. E' una bella sfida, o almeno, così pare. Teniamo conto che l'Ecuador non naviga nell'oro.

20070613

il culto di Iside


Isis + Oxbow, 7/6/2007, Bologna, Estragon

Ci perdiamo completamente il set degli Oxbow, e, alla luce dei loro dischi, la cosa non mi dispiace affatto. Poco prima delle 23 gli Isis appaiono sul palco a partire dal bassista Jeff, e attaccano con una ineccepibile Wrists Of Kings. Ve li vorrei descrivere come una specie di Tool senza le manie di grandezza di Maynard (nonostante anche questa sera all’ingresso si specificava che era vietato usare i flash….magari era un’acuta presa in giro).


Una band sobria (nel senso di senza fronzoli), una cosa che si nota a partire dall’abbigliamento, ma che picchia sodo e ha lavorato moltissimo intorno al concetto di metal, per uscirne dai confini e cercare di creare qualcosa che non rinnegasse le origini, ma volasse più alto. Ognuno fa la sua parte, ugualmente importante, e il risultato è imponente. Un sound potente, potentissimo (nonostante i volumi relativamente bassi), un impatto frontale fortissimo, uno splendido esempio di controllo del caos. C’è il metal, of course, vicino a quello dei Tool, come già detto, forse con un pizzico di cattiveria in più, ma ci sono uguali dosi di Pink Floyd e Cure, così come una buona iniezione di punk selvaggio. Musicisti ottimi, e la voce di Aaron che si confonde, quasi, nel magma sonoro della band quando canta, mentre invece somiglia ad un tremendo ed ultra-sofferente grido d’aiuto quando urla (non parliamo di growling, non mi pare il caso).
Poche parole, canzoni quasi interminabili che però non annoiano, bensì creano una sorta di empatia, spettatori assolutamente non numerosi ma attentissimi e poco propensi alle distrazioni (leggi anche: pogo).


Una superba esecuzione di Celestial (The Tower), un pezzo che ricorda un marziale avvicinamento ad una battaglia, una sorta di danza tribale heavy che conteneva, già nel 2001, in nuce, il senso del percorso che gli Isis avrebbero fatto verso In The Absence Of Truth, ci accompagna verso la fine, circa un’ora e venti di Isis-sound tratto dai loro lavori attuali e no.

Finalmente li ho visti, e ne sono contento. Ne valeva la pena, non farò altro che ripetermi il giorno seguente dopo aver dormito due ore e mezzo mentre rispondo a domande tecniche in un francese stentato ma, così pare, efficace.

Foto tratta da http://mantarctica.wordpress.com/2007/03/

comple




I primi quarant'anni di Pamela Anderson. L'ex bagnina di Baywatch ha deciso di celebrare il suo quarantesimo compleanno insieme agli attivisti della PETA (organizzazione che si batte per i diritti degli animali) nell'esclusivo ristorante vegetariano "Sublime", a Fort Lauderdale, Florida. Non è la prima volta che la modella promuove delle crociate a sostegno degli animali e del loro diritto alla vita. "Per la Peta farei di tutto", ha dichiarato Pamela, subito dopo aver spento le candeline.


Che donna. Prima o poi devo andarci a cena in quel ristorante.
PS è quella a destra nella foto eh!

zucche

vi siete accorti che l'ultimo singolo di zucchero, un kilo (poroporoponponpero) è il plagio di the seed dei the roots?

battaglione gay

Per la serie "cultura storica spicciola"

http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglione_sacro

Il Battaglione sacro (in greco antico ἱερὸς λόχος / hieròs lókhos) era un corpo scelto dell'esercito tebano della Grecia antica, formato da 150 coppie di amanti omosessuali e creato, secondo Plutarco (in "Vita di Pelopida"), dal comandante tebano Gorgida.
Il battaglione fu creato perché si riteneva che ogni uomo sarebbe stato motivato a combattere al massimo delle proprie capacità sia per proteggere il suo amante, sia per evitare di disonorarsi nei suoi confronti.
Plutarco spiega anche la motivazione dell'impiego di questo "Esercito d'Amanti" in battaglia:
"Quando il pericolo incombe, gli uomini appartenenti alla stessa tribù o alla stessa famiglia tengono in minimo conto la vita dei propri simili; ma un gruppo che si è consolidato con l'amicizia radicata nell'amore non si scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di apparire meschini agli occhi dei propri amati, e gli amati per lo stesso motivo, affronteranno volentieri il pericolo per soccorrersi a vicenda."
Sempre secondo Plutarco, Gorgida schierò inizialmente le coppie del Battaglione Sacro all'interno delle avanguardie tebane in qualità di militi scelti, per rinforzare la risolutezza degli altri. Ma dopo che il Battaglione si distinse nella battaglia di
Tegira, Pelopida l'utilizzò come una specie di guardia privata. Per circa 33 anni, il Battaglione Sacro di Tebe non subì sconfitte ed ebbe un ruolo importante nella fanteria greca.
Il momento della sconfitta giunse durante la
battaglia di Cheronea (338 a.C.), il combattimento decisivo durante il quale Filippo II di Macedonia e suo figlio Alessandro il Grande posero fine all'egemonia delle città-stato. Filippo era stato prigioniero di guerra a Tebe e lì aveva appreso le tattiche militari. Il resto dell'esercito tebano batté in ritirata di fronte all'esercito di Filippo ed Alessandro, numericamente più forte, ma il Battaglione Sacro, circondato e per nulla deciso ad arrendersi, rimase sul campo e cadde in battaglia. Plutarco racconta che, alla vista dei cadaveri ammassati dei membri del Battaglione, e avendo capito chi fossero, Filippo esclamò:
"Che sia messo a morte chiunque sospetti che questi uomini abbiano fatto o subìto qualcosa di indecente".
Benché Plutarco affermi che i trecento uomini del Battaglione trovarono la morte lo stesso giorno, altri autori ritengono che 244 perirono e gli altri furono feriti. Una notizia confermata dagli scavi della fossa comune (πολυανδρειον / polyandreîon) di Cheronea, nella quale furono scoperti 244 scheletri, disposti in sette file. Tale sepoltura collettiva è indicata da un leone di pietra (scoperto nel
1818), replica del polyandreion di Thespini.

Grazie a Danne per la preziosa segnalazione (che rabbia non aver fatto le superiori umanistiche!)

revenge (is a funny thing)


Ocean’s Thirteen – di Steven Soderbergh 2007

Giudizio sintetico: si può vedere

Danny Ocean, seriamente preoccupato per la salute di Reuben, riunisce il gruppo per dare una lezione a Willie Bank, speculatore senza scrupoli, costruttore di alberghi a 5 stelle e tenutario di casinò, colpevole indiretto dall’infarto a causa del quale Reuben è costretto a letto. E’ disposto a tutto, come i ragazzi, addirittura ad allearsi con Terry Benedict, loro vittima nei precedenti colpi da maestro. Sarà un lavoro duro, certosino, dispendioso, senza esclusione di colpi, ma sempre di grande classe.

La storia della premiata ditta Soderbergh/Clooney (con annessa compartecipazione degli amici Pitt e altri che percepiscono il minimo sindacale) la conoscete quasi tutti ormai: girare film dall’alto potenziale al botteghino per finanziarsi progetti difficili da vendere e da far vedere (vedi per esempio Bubble di Soderbergh, o Syriana per Clooney). Il tutto ben confezionato, sia chiaro.
In effetti, anche per questo terzo episodio della saga Ocean, il divertimento non manca, e il risultato continua ad essere sfizioso per gli appassionati di cinema. Il plot è complesso ma comprensibile, il ritmo è alto e mai noioso, gli interpreti sono tutti belli, bravi e vestiti bene (anche se, a voler essere pignoli, Al Pacino si muove nella stessa maniera degli altri suoi ultimi film, evidentemente è la postura della vecchiaia, ed Ellen Barkin è gustosa ma vistosamente ritoccata. Ovviamente il "vestiti bene" non vale per Bernie Mac, che interpreta Frank Catton, per intenderci il falso rappresentante del nuovo domino da casinò), le battute sono all’altezza (a parte alcune, tipo quella di Damon “travestito” alla Barkin sull’età), la regia ovviamente magistrale (godetevi lo “split screen”, lo schermo diviso, usato solo dai grandi).

Quello che però si capisce, a film finito, è che la saga ha fatto il suo tempo. Certo, tutto è relativo (se confrontato con molte schifezze che girano nelle sale, Ocean’s Thirteen fa la sua porca figura), ma siamo sicuri che Soderbergh si può inventare tranquillamente un divertissement differente. Stia tranquillo, che noi andremo ugualmente a vedercelo.

bombe gay

l'amico maurino mi segnala la notizia della settimana, inutile commentarla:

Usa, Pentagono studiò "bomba gay"
Far diventare omosessuali i nemici

Per combattere i nemici, il Pentagono, negli anni Novanta, finanziò una serie di studi per produrre la "bomba gay", un ordigno non letale i cui effetti avrebbero fatto diventare omosessuali i nemici, in questo modo meno efficienti perché attirati dai propri commilitoni. Il programma, confermato dall'amministrazione americana, è stato scoperto da una organizzazione pacifista di Berkeley, in California.

Nel 1994 un laboratorio dell'Aeronautica, a Dayton nell'Ohio, aveva chiesto fondi per 7,5 milioni di dollari per mettere a punto "una bomba non letale, contenente un prodotto chimico che avrebbe fatto diventare gay i soldati nemici, con lo smantellamento delle unità perché tutti i soldati sarebbero stati irresistibilmente attratti gli uni dagli altri". In pratica un devastante mix di ormoni afrodisiaci. I soldati nemici, nelle intenzioni del Pentagono, si sarebbero gettati gli uni sugli altri preferendo il sesso selvaggio omosessuale al campo di battaglia.

L'amministrazione Usa ha confermato lo stravagante piano, precisando che qualsiasi ipotesi di questo tipo è stata successivamente abbandonata.

onore al merito

Quando Montezemolo ne dice una giusta
Qui

partiti

Che dite, ci iscriviamo?

city (of echoes)

Interessante anche se apocalittico.

playlist - nel mio lettore mp3

Beastie Boys - The Mix Up
Editors - An End Has A Start
Isis - In The Absence Of Truth
Mammatus - Omonimo 2006
Marilyn Manson - Eat Me Drink Me
Patrizia Laquidara - Funambola
Pelican - City Of Echoes
Queens Of The Stone Age - Era Vulgaris
Roy Paci & Aretuska - Suonoglobal
Sadist - Omonimo 2007
The Cult - The Electric Mixes
The White Stripes - Icky Thump
Travis - The Boy With No Name
Xavier Rudd - White Moth

20070612

u u

il concerto degli Who in arena ieri sera è stato qualcosa di trascendentale.

arriviamo in auto, coda della madonna, strade secondarie, parcheggio vicino all'arena, entriamo, salutiamo jacopo, iniziano i simpatici rose hill drive, scherziamo, inizia a piovere, entrano i Chi, the seeker, substitute,roger daltrey ha poca voce, fragments, who are you, inizia il diluvio universale, scappano tutti nei camerini, scappiamo anche noi sotto gli androni, attesa, suoneranno ancora?, passa mezz'ora, poi quasi un'ora, puliscono il palco, la pioggia continua ma più debole, rientrano i nostri, behind blue eyes, roger rimane senza voce, assurdo, tutti si fermano, lui si incazza sul palco, muove le mani, una scena pazzesca, penso che si menino , tornano nei camerini, esce pete e dice che il concerto è finito, casino, dopo un pò escono di nuovo tutti, applausone, roger dice che non ne ha più e che lo aiuteremo noi, baba o’riley, magic bus, pinball wizard, the kids are alright, canta pete, my generation con assolo di classe e personalità di pino palladino il vice entwistle, won’t get fooled again, bravo anche zac il figlio di ringo starr alla batteria, finale con assolone, usciamo felici e un pò stanchi, sicuramente bagnati.

un'energia vista poche volte, pete indemoniato sulla stratocaster, per roger forse è arrivato il momento della pensione, senza la sua voce le canzoni erano naturalmente monche, ma con una chitarra così mi accontento lo stesso.



ps. da ricordare con "simpatia" i cori "u u u u u u" tra una canzone e l'altra intonati dal pubblico che ricordano molto quelli da stadio rivolti ai giocatori di colore.

she's a politician


Avvertenza: il titolo del post è fuorviante. Si parla di politica ma non necessariamente al femminile, era solo per usare un titolo di una canzone di una band a me cara.


Detto questo: sabato scorso, durante la visita di George W. Bush a Roma, le due manifestazioni delle due sinistre a sinistra del centro-sinistra, hanno dimostrato che chi si definisce ancora di sinistra si è rotto veramente i coglioni e vuole una politica veramente di sinistra. Punto. Non c'è altro da aggiungere, non c'è da arrampicarsi sugli specchi come fa Giordano o altri dell'area sinistra-sinistra.


Poi: avete presente Gustavo Selva (nella foto)? E' un esponente di AN, un fascio educato, un signore che quando andava in tv appariva sempre calmo, mai prevaricante, un vero signore, uno di quelli che ti faceva pensare "cavolo, se fossero tutti così non sarebbe poi male la destra vera". Ecco, sapete cosa ha fatto no? Siccome faceva tardi in tv, ha fermato un ambulanza e ha costretto l'equipaggio ad accendere le sirene e a portarlo dove doveva andare.


Ma non vorrei sembrare di parte: le intercettazioni degli esponenti dei DS a proposito di Unipol mi dimostrano che ho bisogno di qualcosa e di qualcun'altro in cui credere. Sia chiaro, il verbo credere va inteso in versione light, non è che cerchi un guru o roba del genere. Cerco solo qualcuno che si ricordi che fare politica è fare l'interesse della comunità. Punto.

20070611

riposo

Al contrario di quello che accade quasi sempre, il blog è rimasto inattivo, spoglio di aggiornamenti, nel fine settimana. Almeno da parte mia, mentre solitamente mi "sfogo" nel fine settimana, ho più tempo, riesco a concentrarmi e a mettere in pratica tutte le idee che mi vengono durante la settimana lavorativa. Questo fine settimana invece ho addirittura spento il pc, e mi sono regalato quasi 24 ore di "ferie". Ne avevo bisogno, anzi, ho messo a fuoco che ho bisogno di ferie vere. Infatti, mi farò 6 giorni quasi pieni in Sardegna dal 21 al 26 giugno, faccio un agile Pisa-Cagliari con la Ryanair, ed andrò ospite degli amici di questo blog che, infatti, parlano già dei preparativi. Saranno sempre pochi giorni, ma è già qualcosa. Ma lasciamo i toni da piagnisteo, che altrimenti sembra che lavori in miniera, e non voglio dare questa impressione.
La settimana scorsa è stata dura, soprattutto verso la fine. Un po' per il lavoro, davvero impegnativo mentalmente, un po' perchè giovedì sera me ne sono andato a Bologna a vedere gli Isis (ve ne parlerò, bel concerto), ed è stata dura. Uscire da lavoro, salire immediatamente in auto, farsi la Firenze-Mare (la FI-PI-LI dopo un po' diventa pesante, è meglio cambiare un po') e poi la Firenze-Bologna, incontrare gli amici, mangiare una pizza, vedersi il concerto, ripartire, andare a letto alle 4 e svegliarsi alle 6,30, dare "il colpo di mano" ai conti della mattina dalle 7 alle 8 e poi dalle 8,15 alle 11,30 sciropparsi 4 colleghi belgi che ti bombardano di domande nella lingua di Sarkozy, rientrare in ufficio e ritrovarsi tutto da fare perchè il collega è in visita fornitori, pranzare con un gelato, riprendere con la "lotta" fino quasi alle 19, ti fa venir voglia di rifiutare il pur cortese invito di due amiche ad andare a vedere i Verdena (ma c'erano anche gli Evanescence) a Pisa, così come ho fatto.
Non contento, ed evidentemente ancora non ben conscio dei limiti fisici di un ultra-quarantenne, il sabato mi alzo alle 6, faccio la camminata di un'ora, vado a fare il pieno all'auto e a controllare l'olio, alle 9 in punto raccolgo il nipote da mia sorella che va a lavorare, lo controllo sotto il solleone devastante di questo sabato passato, lo faccio sfinire al punto che alle 12 mentre lo rivesto mi dice di voler dormire sulla sdraio e poi si addormenta sul passeggino mentre lo porto a casa di mio padre per il pranzo. Ripassa mia sorella che se lo riprende, mangio insieme a mio padre (ci sarebbero delle chicche da raccontarvi su questo pranzo a due, come su ogni cosa che dice o che fa questo straordinario 71enne un po' paraculo, un po' PR, e mi riprometto di dedicargli qualche post in futuro), ci faccio due chiacchiere molto rilassanti (ultimamente stiamo riscoprendo il gusto di confrontarci senza "beccarci"), torno a casa mentre stanno chiudendo le strade per l'imminente Festa del Pesce, una festa ormai tradizionale nel mio comune, che paralizza l'intera zona tra Rosignano e Castiglioncello (questo il motivo del mio inventarmi weekend fuori in questa data), salgo in macchina e parto alla volta di Celle Ligure (per info, cliccare qui). Entro in autostrada a Livorno, as usual, e alla prima area di servizio (prima di Pisa) sono costretto a fermarmi e a sdraiare il seggiolino perchè non riesco a tenere gli occhi aperti. E' l'inizio di un viaggio tutto sommato curioso, dato che non mi era mai capitato di avere tanto sonno durante un tragitto in auto, neppure di notte di ritorno da un concerto o da una cena.
Per farla breve: dormo 20 minuti, prendo un caffè, riparto, ma dopo La Spezia devo rifermarmi ancora per manifesta incapacità a stare sveglio. Un incubo. Dopo, la sfango, e poco prima delle 18 sono dagli amici a Celle. Dopo cena non riesco a tenere gli occhi aperti.
Come si dice, la vecchiaia è brutta.

Vabbè, il giorno dopo è andata bene, ho rivisto qualche faccia conosciuta e molto simpatica (il padre del mio amico farebbe una splendida coppia col mio), altre non sono riuscito a vederle ma sarà per la prossima, il viaggio di ritorno è andato bene, e la sera ho anche avuto la forza di andare al cinema per Ocean's Thirteen, divertente, ve ne parlerò.

La vita è meravigliosa, ma bisogna dormire un po' di più. Infatti, stamattina sono arrivato a lavoro tardissimo, e la settimana ricomincia di corsa.

A presto.

playlist

Beastie Boys - The Mix Up
Editors - An End Has A Start
Green Day - Nimrod
Isis - In The Absence Of Truth
L'Aura - Demian
Mammatus - Omonimo 2006
Marilyn Manson - Eat Me Drink Me
Patrizia Laquidara - Funambola
Pelican - City Of Echoes
Queens Of The Stone Age - Era Vulgaris
Sadist - Omonimo 2007
The White Stripes - Icky Thump
Travis - The Boy With No Name
Xavier Rudd - White Moth

we

- il verona farà lo spereggio per rimanere in serie B. in verità vi dico che è già un grandissimo traguardo vista la prima parte del campionato.
- definito il titolo del nuovo cd, manca solo la copertina. saranno 4 pezzi come già anticipato. quandi prestissimo sarà disponibile. tra l'altro ricordo i prossimi appuntamenti live: venerdì 22 giugno a gessate con i meganoidi - venerdì 29 giugno a monteforte con i miei amici stand - martedì 10 luglio ad inzago, che si festeggia anche il compleanno del feo.
- stasera vado a vedere i the who in arena. vado più che altro per l'amicizia. tra l'altro è previsto il diluvio universale, comunque sono già rodato da quel memorabile concerto dei pj dell'anno scorso.
- nella casa nuova è arrivata la libreria che era in cameretta a sambo. a questo punto mancano: un ripiano da lavoro per la cucina, un mobile per la sala dove poter appoggiare la tv, una cassettiera per la camera da letto e una libreria per la stanza della musica. manca anche il telefono con linea adsl. se avete consigli da dare sono ben accetti.

chissà se...

...cose del genere accadono anche in altri paesi.

Da www.dweb.repubblica.it


Se non ci resta che lo sciopero del voto

Con sole 4 schede e contro tutti i cittadini, i partiti a Sambuco hanno eletto il sindaco. Perché?

E poi non ditemi che la politica è lontana...

di Concita De Gregorio

La storia del sindaco di Sambuco, eletto con 4 voti a favore e uno contro, merita un momento di attenzione. A Sambuco, provincia di Cuneo, 1.500 metri sul mare in Valle Stura, confine con la Francia, paese di sosta sulla Statale 21, gli aventi diritto al voto sono 126. Una cinquantina sono iscritti alle liste degli italiani all'estero, emigrati che vivono in Spagna e in Argentina. In paese, dunque, vanno a votare in meno di 80.Da molti anni si presenta alle elezioni una sola lista, una lista civica non collocabile né a destra né a sinistra. Dal '62 a oggi, per unanime volere dei suoi compaesani, è stato sindaco, con qualche periodo di pausa richiesto dalla legge, Giovanni Battista Fossati, 70 anni, professore in pensione. Il sindaco, l'unico. Sette mandati, seppure non consecutivi. Questa volta Fossati, avendo appena concluso due mandati di seguito, non poteva essere rieletto. Nessun altro candidato in vista. Il paese si è dunque riunito in assemblea plenaria: i consiglieri comunali uscenti - la parrucchiera, il barista, due contadini, un pensionato - e il resto delle 50 famiglie del paese. Racconta Emma Bruna, 34 anni, scrutatrice al seggio: "Questa legge è veramente assurda, non si capisce come le facciano, le leggi, pensando a cosa. Da noi l'unico sindaco possibile, l'unico che vuole e sa farlo, è il professor Fossati. Ci ha amministrati con amore, dedizione, sapienza. Non ha mai preso l'indennità, né il gettone di presenza. Lo faceva per passione. Noi gli vogliamo bene. Il Comune è in attivo. Qui paghiamo tutti le tasse. Allora perché siamo costretti a cambiare?". Perché la legge dice così, appunto. Perciò l'assemblea del paese si riunisce e pensa a una soluzione. La trova. Basta non presentare nessuna lista. Nessuno va a votare, il Comune viene commissariato e dopo un annetto al massimo Fossati può ripresentarsi. "Naturalmente se nel frattempo qualcun altro decide di candidarsi io sono felice", dice il sindaco uscente. "Sono qui a disposizione per chi si fa avanti: gli do una mano, lo aiuto". Benissimo, quindi si fa così, i sambucani hanno deciso. Senonché da Torino (nemmeno da Cuneo capoluogo: da Torino) qualcuno nelle segreterie dei partiti si accorge dell'assenza di liste a Sambuco e ne confeziona 2: Alternativa per i cittadini e Partito dei pensionati. Due liste, 2 capilista in paese totalmente sconosciuti. Pazienza, tanto nessuno andrà a votare. Invece no. Anche a Sambuco, come in tutte le comunità del mondo, c'è la famiglia dei bastian contrari: 5 persone, una sola famiglia. "Sono strani, sono gente che è sempre stata contro tutto, non so cos'è che non gli va", sospira Emma Bruno. Fatto sta che la famiglia va alle urne. Votano in 4 per Massimo Calleri, lista Alternativa dei cittadini. Il quinto, il ragazzo, vota Sabrina Giovine: capeggia la lista Pensionati ma ha 30 anni, sui manifesti sembra una bella donna. Chissà, da cosa nasce cosa, il ragazzo la vota. Calleri il torinese è eletto coi suoi 4 voti. Il paese non lo vuole ma non sa che fare:devono rassegnarsi, subire il forestiero, l'ingiustizia di una trovata collegiale così bella, mandata a monte da 5 dissidenti. Vedremo se pure il nuovo sindaco vorrà rinunciare alle indennità, ai gettoni, ai rimborsi spese per gli spostamenti. Vedremo il consiglio comunale da chi sarà composto. Poi dice che la politica è lontana dai cittadini: a Sambuco per esempio è lontanissima. Poi dice che non ha anima, non sente le voci della realtà. Sabato prossimo a Roma, in seduta carbonara, un po' come l'assemblea di Sambuco, si riuniscono i giovani che hanno firmato un appello rivolto al nascituro Partito Democratico: scienziati e studenti, giornalisti e manager. C'è Scalfarotto, quello delle primarie, Luca Sofri, Marco Simoni, Matteo Renzi, gente di provenienza e passioni diverse. Nemmeno proprio 40enni, poi: solo gente che fa le cose eppure è esclusa dai luoghi dove si progetta. Persone che in un posto normale sarebbero la colonna vertebrale del paese. Non è l'età il problema: è l'esclusione a priori. Appuntamento il 16, speriamo che serva.